Come promesso continuiamo a scrivere di respirazione, oggi parleremo di zona di comfort e zona di stress.
Normalmente, troviamo la nostra zona di comfort tra la respirazione diaframmatica (tranquilla) e quella toracica (attiva), dipende dalla situazione.
In seguito a un intenso ma temporaneo periodo di stress (stati d’ansia a causa di un esame importante, allenamento intenso, etc.) il meccanismo corporeo della respirazione entra nella modalità attiva e lascia la zona di comfort per rimanere efficace. Questo non è un problema, è una situazione contingente e necessaria ma...
Disturbi cronici della respirazione, derivati da una frequente e prolungata esposizione allo stress, causano una progressiva diminuizione della respirazione diaframmatica (e quindi anche una riduzione dei volumi respiratori) che viene compensata da quella toracica la cui soglia di attivazione diventa istantanea e automatica in quanto utilizzata costantemente, anche in situazioni dove non è richiesta una respirazione attiva.
Inizia così un circolo vizioso: i muscoli utilzzati per la respirazione toracica sono sottoposti a un iperuso e il diaframma inizia a essere meno sensibile e meno coinvolto nella respirazione andando così incontro ad atrofia.
E’ il tempo di tornare indietro e riprendere il controllo!!!
Nel prossimo articolo scriveremo di stress e postura.
MM
