1. la prima cosa da evitare dopo un riscaldamento generale è lo stretching statico.
È il sistema di stretching più conosciuto, quello codificato nel 1975 da Bob Anderson per intenderci, niente in contrario ( lo pratico abitualmente ma come seduta specifica ) ma farlo appena dopo un riscaldamento generale ha come unico effetto quello di far perdere i benefici invece ricercati ( come ad esempio effettuare una serie di pose statiche a terra dopo dopo una corsa );
2. anche i circuiti di allenamento intesi come riscaldamento sono da evitare. Determinano un drastico aumento della frequenza cardiaca ma non hanno effetti significativi sugli altri importanti fattori che sono: aumento della gittata sistolica, migliore perfusione periferica ( cioè ai muscoli ), decremento della resistenza periferica totale che determina una migliore circolazione sanguigna, vasodilatazione delle aree muscolari interessate e vasocostrizione di quelle non sottoposte a intensa attività metabolica, etc.,. ( di questo parleremo diffusamente nel prossimo articolo );
3. riscaldamenti troppo lunghi o troppo corti ( la durata ottimale sarà trattata nei prossimi articoli che hanno come tema il riscaldamento );
4. stretching passivo utilizzato appunto come riscaldamento;
5. utilizzo di unguenti che hanno come unico effetto quello periferico ( aumento della circolazione venosa periferica dovuta al calore determinato dalla frizione e comunque limitata all’arto in questione );
6. riscaldamento effettuato con esercizi motori complessi ( esercizi della pesistica olimpica come lo strappo e lo slancio, kettlebell e così via ).
Nel prossimo articolo andremo a scrivere in modo analitico degli effetti che derivano da un riscaldamento ottimale.
MM
