
Ripetere lo stesso movimento nel tempo, per settimane, mesi o anni, può portare (se non si lavora attivamente per mantenere la corretta funzionalità biomeccanica) a gravi squilibri nella biomeccanica; si evidenzierà inoltre una sollecitazione eccessiva dei tessuti molli (ossa, muscoli, legamenti e tendini) fino a all’insorgenza di lesioni.
Cosa sono i movimenti ripetitivi?
Qualsiasi movimento che viene eseguito frequentemente su base giornaliera come correre, sedersi o muovere il mouse lungo lo schermo del computer.
Un altro modo di guardare ai movimenti ripetitivi è quello di immaginare di essere il principale attore di un film muto. In questo modo sarà possibile concentrarsi sui movimenti reali del nostro corpo e vedere così quante volte muoviamo il braccio in un certo modo, come stiamo seduti o in piedi o come oscillano le nostre gambe mentre camminiamo.
Tutti questi movimenti hanno qualità specifiche e impattano sulla nostra biomeccanica e in generale sul nostro corpo a causa della loro frequenza o della loro natura ripetitiva.
I movimenti ripetitivi possono creare un danno ai tessuti molli e causare lesioni stressando il corpo che risulta essere impegnato in una strategia di compensazione.
Consideriamo, ad esempio, i runners che evidenziano una eccessiva pronazione durante la corsa. Questa pronazione determina una sofferenza a livello biomeccanico della caviglia che collassa verso l’interno più di quanto si possa pensare. Di fatto costituisce una tensione aggiuntiva sui tessuti molli circostanti che può, nel medio e lungo termine, sfociare in manifestazioni patologiche più importanti come la fascite plantare o la tendinopatia achillea.
Un altro modo in cui i movimenti ripetitivi possono causare lesioni è attraverso la creazione di squilibri forza/tensione prossimalmente a una articolazione.
Un classico esempio è "mirror muscle" sindrome ( potremmo tradurla come la sindrome dei "muscoli riflessi allo specchio"). La "muscle mirror" sindrome è riferita a tutte quelle persone, tipicamente uomini, che allenano esclusivamente quei muscoli che possono vedere riflessi nello specchio, principalmente i pettorali, la porzione anteriore e laterale delle spalle e i bicipiti ma tanto più allenano questi distretti muscolari tanto maggiori sono i squilibri strutturali che andranno a manifestarsi nel loro organismo. Tutto questo è causato da una quantità sproporzionata di forza e tensione sul piano frontale del corpo, sia nella porzione anteriore e sia in quella posteriore. Nel tempo si evidenzierà una marcata anteposizione delle spalle che perderanno la loro funzione di stabilità: la muscolatura anteriore come lo sternocleidomastoideo e il gran pettorale risulterà facilitata (forte) mentre quella posteriore ( soprattutto romboidi e dentato anteriore ) risulterà inibita (debole) e non avrà più la capacità di contrastare efficacemente le forze prodotte appunto dallo sternocleidomastoideo e dal gran pettorale. Questo squilibrio determinerà nel tempo la sindrome da impingement o conflitto subacromiale nell’articolazione della spalla, distorsioni o vere e proprie lesioni. Infine, lo stress causato dai movimenti ripetitivi può i tessuti molli e le ossa.
Per gli atleti professionisti è comune soffrire di fratture da stress a causa della quantità di allenamento che svolgono nel tempo.
È noto che il costante martellamento della corsa crea fratture nel metatarso (osso nel piede) e fino al bacino.
Nel prossimo articolo andremo a parlare (a livello macro perché non è questo il mezzo per un ulteriore approfondimento) di quelle che possono essere le soluzioni.
MM